narciso e boccadoro: trama
Il romanzo narra la vita del giovane e bellissomo Boccadoro, che viene accompagnato da suo padre in un monastero medievale della provincia tedesca. Il padre spiega all'abate che suo figlio è destinato alla vita monastica per espiare le colpe della madre, colpevole di aver commesso una vita dissoluta.Subito dopo il suo arrivo, Boccadoro fa amicizia con Narciso, l'insegnante più giovane e intelligente del convento, il cui dono principale è quello di conoscere l'animo umano e di sapere indirizzare le persone secondo le loro inclinazioni e talenti. I due sentono entrambi una profonda affinità reciproca, pur avendo mentalità e inclinazioni opposte. Narciso è un pensatore, Boccadoro ha una inclinazione artistica.
Pur essendo molto legato a lui, Narciso ritiene giusto far capire a Boccadoro che la sua natura non è adatta alla vita monastica.
Durante una evasione notturna, Boccadoro ed alcuni altri monaci escono in cerca di avventure, e Boccadoro è sedotto da una ragazza con le trecce, e realizza che i consigli dell'amico sono giusti, e matura la decisione di lasciare il monastero per vivere come uno spirito libero. In uno degli ultimi dialoghi tra i due amici, Narciso dice all'amico che il suo problema è che si è dimenticato di sua madre, e che dovrebbe ritrovarla, metaforicamente se non fisicamente.
Dopo varie avventure amorose, Boccadoro decide di fermarsi in un castello a lavorare per un conte, che necessità di una persona che possa scrivere in latino la sua autobiografia. Nel castello, Boccadoro diventa amante di entrambe le figlie del conte, e quando Lidia, la figlia maggiore, racconta al padre l'accaduto, boccadoro viene cacciato dal castello.
Dopo altre avventure amorose si unisce nel suo pellegrinaggio ad un compagno di viaggio che tenta di ucciderlo per rubarli la moneta d'oro che Lidia gli aveva lasciato come ricordo. Nel difendersi, Boccadoro è costretto ad uccidere l'uomo, sente la necessità di confessarsi ad un prete. In occasione della confessione rimane folgorato dalla bellezza di una scultura della Vergine Maria che si trova nella chiesa e chiede al prete come potersi mettere in contatto col suo creatore, maestro Nicola.
Il maestro accetta Boccadoro come suo allievo, che dopo un anno è abbastanzo abile da poter iniziare a creare un capolavoro: un'immagine dell'apostolo Giovanni, avente le sembianze di Narciso. Boccadoro realizza così l'importanza della funzione eternatrice dell'arte, ed attraverso la creazione artistica risolve il conflitto interiore tra la sua natura apolinnea (il Boccadoro destinato a diventare monaco) e quella dionisiaca (il boccadoro sensuale, amante dei piaceri della vita e dell'arte). Gli artisti, partendo da una esperienza dei sensi, la trasformano in in una forma d'arte che può essere apprezzata dalla mente.
Dopo tre anni, Boccadoro conclude il suo lavoro, e realizza di non avere nuovi stimoli per altri lavori se non per un'opra che ritragga la Vergine Maria, la figura materna di cui è alla ricerca. Non si sente ancora pronto ed ispirato per la realizzazione di tale opera, inoltre non considera la vita di ,maestro Nicola come un esempio da seguire, in quanto crea opere d'arte avendo come principale motore soldi e fama.
Boccadoro decide di cercare la Madre Universale nella vita piuttosto che nell'arte, e riprende a viaggiare. Questa volta, incontra villaggi abbattuti dalla peste ed è scioccato dalla vista brutale dei cadaveri ammucchiati. Ma i morti si sono lasciati alle spalle fattorie piene di cibo, quindi Boccadoro e il suo nuovo compagno di viaggio si fermano poichè possono trovare rifugio e cibo in abbondanza senza alcuno sforzo. Presto ai due si aggiunge Lena. che diventa preso amante di Boccadoro. Lena, che aspetta un bambino, viene violentata da un abitante del villaggio, e mentre cerca di difendersi viene morsa, venendo contagiata.
Quando arriva Boccadoro uccide ferocemente l'aggressore di Lena, ed è sorpreso dallo sguardo pieno di lussuria di lei mentre lo guarda uccidere il suo aggressore. Questo sguardo si imprime nella mente di Boccadoro, che sente il desiderio di rapprentarlo artisticamente come una Eva Lussuriosa.
Dopo la morte di Lena, Boccadoro incontra Rebecca, una giovane il cui padre è stato bruciato vivo dagli antisemiti insieme ad altri quattordici ebrei. Boccadoro si innamora di lei, ma Rebecca ha sofferto troppo e rifiuta di fare sesso con lui, e non prova altro desiderio se non quello di morire. Boccadoro mette in discussione il Dio dell'antico testamento.
Boccadoro decide di tornare a lavorare nella bottega di maestro Nicola, anche se questo è morto prendendosi cura di sua figlia durante la peste. Di notte ha una nuova amante, Agnese, che tuttavia è la moglie del comandante della città, e per questo viene condannato a morte.
Quando il sacerdote viene ad ascoltare la sua confessione, è sorpreso di vedere Narciso. Narciso è ora l'abate del monastero e ha preso il nome di Giovanni. I due uomini hanno una lunga conversazione sul perché Dio permetta mali come la peste. Per Narciso, questa è la questione centrale della fede; per Boccadoro, questa è la realtà che l'arte può sublimare in significato.
La coppia ritorna al monastero dove Boccadoro lavorerà come artista, che è il suo modo di cercare la perfezione personale. Poco dopo aver realizzato pezzi decorativi per l'abbazia, Boccadoro è sente ancora la necessità di viaggiare. Ma questa volta, quando esce nel mondo, realizza che è invecchiato e non è più sessualmente attraente per le donne.
Questo lo distrugge e si prepara a morire. I due uomini professano il loro immortale amore reciproco (amore puramente platonico) e Boccadoro dichiara che alla morte andrà finalmente da sua madre.
analisi Narciso e Boccadoro
temi principali
psicanalisi e repressioneUno dei temi centrali del romanzo è la repressione nevrotica. A causa di non meglio precisata vita dissoluta da parte della madre di Boccadoro, il marito la manda via di casa e costringe suo figlio a dimenticare sua madre.
I ricordi felici dell'infanzia tra Narciso e sua madre vengono così rimossi nell'inconscio. Narciso capisce che è proprio questo il problema principale di Boccadoro, e lo esorta a ricercare, in senso psichico se non reale, sua madre.
Da quel momento in poi, il romanzo si sviluppa attorno al tema della ricerca della madre. Hesse, oltre ad una profonda ammirazione per Carl Gustav Jung, aveva una spiccata familiarità con la psicologia analitica di Jung, grazie alla sua esperienza pratica di sessione analitiche.
Nel romanzo, Narciso ha il ruolo di psicanalista, mettendo a frutto il talento di di saper leggere l'animo delle persone e saperle indirizzare in un percorso di vita incline alla loro natura e talento. Sotto la guida di Narciso, Boccadoro lascia il mondo paterno ed entra nel mondo materno, ed attraverso la sua arte riconcilia la dualità dei due mondi: le acquisizioni dei sensi (mondo femminile) sono elaborate tramite la creazione artistica e il risultato finale, l'opera d'arte, è ammirabile dal mondo del pensiero (mondo maschile).
conoscenza e arte
la principale morale che possiamo ricavare dal romanzo, è che non esiste un percorso uguale per tutti per realizzare se stessi, ma nella vita bisogna seguire la propria natura e le proprie inclinazioni, e quando in certi momenti della vita esse non ci sono del tutto chiare, il nostro inconscio ci viene in soccorso, parlandoci tramite i sogni, che possono darci piccoli suggerimenti o grandi premonizioni o ispirazioni.
Nel caso di Narciso e Boccadoro, i due protagonisti alla fine del romanzo sono uguali agli occhi di Dio ed entrambi hanno vissuto vite piene di senso, che si traduce nella conoscenza di se, della propria parte spirituale (o scintilla divina che è sepolta in ciascuno di noi).
Narciso arriva a conoscere se stesso accrescendo il sapere filosofico/religioso e scientifico, Boccadoro tramite la creazione artistica. Alla fine del libro Narciso ammette che è preferibile avere una inclinazione artistica piuttosto che mentale, perchè a parità di risultato è possibile, durante il viaggio, di godere dei frutti, anche peccaminosi, della creazione di Dio.
amore platonico e amore sensuale
A differenza di Narciso, Boccadoro incontra nella vita sia l'amore platonico, spirituale, che l'amore passionale e sensuale. Il confronto si risolve tutto a favore del primo. L'amore per Narciso sovrasta in quantità e qualità tutte le altre storie amorose che Boccadoro vive nei suoi viaggi. Così come nei sonetti di Shakespeare, dove la forma più elevata e matura di amore è quella platonica nei confronti del giovane amico. L'amore per raggiungere la sua forma più pura deve essere disinteressata, anche a costo di sacrificare se stesso, come nel caso di Narciso, consapevole che aiutando il suo prezioso amico a trovare la sua strada lo perderà, proprio per la sua strada è lontana dal convento in cui i due amici vivono.
Narciso e Boccadoro: personaggi
Analisi dei personaggi principali del Narciso e Boccadoro:Boccadoro
Boccadoro un individuo estroverso e mondano, un uomo molto sensuale, bello, molto attraente per le donne. Persona intuitiva e artistica, si dedica a una vita alla ricerca dei sensi e alla ricerca della figura archetipica della madre che nutre. All'inizio del romanzo, viene inviato da suo padre, all'età di diciotto anni, nel monastero medievale di Mariabronn, dove ha intenzione di studiare e diventare monaco. Il suo insegnante, Narciso, lo aiuta a rendersi conto che la sua natura interiore non è adatta alla vita contemplativa del monaco e studioso, ma piuttosto alla vita attiva.
Boccadoro intraprende una serie di avventure tra le quali numerose seduzioni di donne, violenze e la minaccia di morte per la peste. Successivamente, studia con un artista famoso e diventa lui stesso un eccellente intagliatore di legno. Finisce in prigione, per essere giustiziato, ma viene salvato all'ultimo minuto dal suo amico. Ritorna, malato e invecchiato dalla vita, al monastero. Muore prima che sia in grado di terminare il suo capolavoro finale, una scultura dell'eterna figura della "Madre-Eva".
Narciso
Narciso, monaco e studioso nel monastero di Mariabronn. È un individuo altamente intellettuale e analitico che si dedica alla vita solitaria dello studioso. Serve, nel modo allegorico del romanzo, come polo opposto all'artistico Boccadoro. Come insegnante di quest'ultimo, si rende conto che il ragazzo è inadatto alla vita monastica e che dovrebbe riconquistare l'unione perduta con sua madre. Narciso gli dà il coraggio di andarsene. Quando boccadoro ritorna dopo circa dieci anni, il suo ex insegnante si prende cura di lui fino alla sua morte.
Narciso è attratto dal suo opposto, il sensuale Boccadoro, ma sa che non si capiranno mai completamente. Tuttavia Boccadoro insegna a Narciso che ci sono molti percorsi per la conoscenza, che il percorso della mente non è l'unico. Narciso impara anche che l'artista traduce il pensiero in arte, ricreando così l'ordine di Dio.
narciso e boccadoro: significato
Lo scrittore tedesco Hermann Hesse pubblicò il suo romanzo Narciso e Goldmund nel 1930 con un enorme successo di critica. Assia, che alla fine avrebbe vinto il premio Nobel per la letteratura, esplora il tema filosofico della dualità dell'uomo attraverso una fiaba allegorica ambientata in un paesaggio vagamente medievale. I due personaggi principali del romanzo esemplificano la teoria di Nietzsche sulla divisione tra le tendenze apolloniane e dionisiache - l'idea che siamo strappati a essere creature di pura ragione e intelletto o essere governati dalla necessità di piacere fisico e attività terrene.Qeusto romanzo è soprattutto una trasposizione letteraria della psicologia di Carl Gustav Jung, ed in particolare descrive le tre tappe fondamentali del processo di individuazione junghiano, attraverso il quale le persone arrivano alla piena realizzazione personale:
1)l'ombra, caratterizzata dagli aspetti che l'individuo non conosce o nega in se stesso (la scoperta di Narciso che il problema di Boccadoro è di aver rimosso il ricordo della madre)
2)L'anima (lo sviluppo di aspetti prettamente femminili nell'uomo anche tramite l'amore sensuale e l'amore spirituale per il sesso opposto)- per le donne vale l'opposto (animus) ovvero lo sviluppo di aspetti prettamente maschili
3)Il se (la risoluzione dei conflitti e contrasti e l'equilibrio degli opposti come apollineo e dionisiaco, intuito e razionalità). In questa fase non solo gli opposti coesistono, ma sono anche motivo di arricchimento e crescita.
Nel romanzo viene anche mostrata la crescita reciproca dei due individui tramite l'amicizia. In un primo momento è soprattutto Narciso ad indirizzare la vita di Boccadoro, sollevando il problema della rimozione del ricordo della madre per Boccadoro prima, e facendo realizzare a Boccadoro di non essere adatto alla vita intellettuale e monastica, indirizzandolo verso la creazione artistica.
Nella parte finale è invece Narciso ad imparare dall'esperienza di Boccadoro, che un uomo può realizzarsi pienamente non solo tramite la religione e la conoscenza, ma anche (se non meglio) tramite l'arte, il cui potere è talmente grande da poter riscattare anche una vita estremamente dissoluta e peccaminosa.
Boccadoro gli aveva mostrato che un uomo destinato all'alto può scendere molto giù nel groviglio e insozzarsi di molta polvere, senza tuttavia diventare meschino e volgare, senza uccidere in se il divino.
Sebbene entrambi i personaggi abbiano vissuto vite significative, è chiaro che Narciso può ben lamentarsi di non essere stato in grado di godere dei "frutti della creazione" del Dio cui ha sacrificato la sua vita. Mentre Boccadoro "si crogiolava e giocava nel giardino imperfetto che Dio aveva creato" Narciso "teneva lontano la creazione di Dio da lui" come un odioso piatto di cibo che si rifiuta di mangiare. Si preoccupa che questa non sia stata una scelta saggia e si chiede se sia piaciuto a Dio tanto quanto lo stile edonistico di Boccadoro. La domanda sembra retorica e la risposta sembra un si.
narciso e boccadoro: morale
Hesse ci esorta e cercare e sperimentare nella vita, e cercare la nostra auto-realizzazione seguendo la strada più congeniale alla nostra natura e alle nostre inclinazioni.Il fine della nostra vita è il miglioramento di noi stessi, il perfezionamento della nostra natura; è proprio per questo che veniamo al mondo.
Oscar Wilde